Alla fine di aprile, la nostra classe si è recata a Treviso (leggi la scheda) per visitare la mostra «I segreti della Città Proibita: Matteo Ricci alla corte dei Ming».

Prima di entrare al Palazzo dei Carraresi, che ospitava la mostra, abbiamo fatto un giro turistico in città per ammirare le bellezze di Treviso.

Venuta ora di entrare alla mostra, la guida ci ha accompagnati all’interno e ci ha parlato della dinastia Ming e dei suoi imperatori (leggi…) succedutisi sul trono.

Di essi il più importante è stato YongLe (approfondisci).

L’imperatore viveva nella Città Proibita, a Pechino, e da quella “città” non poteva mai uscire!

Pensate che noia stare sempre là e non poter vedere altri luoghi e altre persone se non quelle della sua corte!
Nemmeno poteva toccare qualsiasi oggetto: a lui era permesso entrare in contatto solo con la giada, l’oro e la seta.
Doveva vivere nei padiglioni a lui riservati e non poteva calpestare il suolo: per spostarsi da un padiglione all’altro veniva trasportato su una portantina di legno dorato o rossa.

Le sue vesti erano di seta, quelle dell’imperatrice pure di seta ma di colore rosso: il “vestito dei cento bambini”, appartenuto alla prima moglie di YongLe, era esposto accanto a quello dell’imperatore.

Nelle varie sale si potevano vedere anche alcuni degli oggetti preziosi rinvenuti nelle tombe Ming: tipiche ceramiche, mobili, monili in oro e giada bianca, copricapo di vario genere, due corone imperiali, armi.

Una sala era dedicata ai Mandarini, funzionari che l’imperatore inviava a controllare per suo conto le città sparse nell’impero (approfondisci).

Abbiamo potuto vedere anche la Città Proibita!

Sì, un meraviglioso enorme plastico che occupava quasi un’intera stanza.

Le ultime sale erano dedicate a Matteo Ricci e alla sua amicizia con l’imperatore YongLe, cui fece capire che la Cina non era la sola terra esistente e popolata ma che, viaggiando, si potevano incontrare altri popoli, altre terre e commerciare per terra (via della seta) e per mare (flotta).

Inoltre gli fece conoscere diversi oggetti che in Cina erano ancora sconosciuti, primo fra tutti un enorme planisfero.

Terminato il percorso della mostra, siamo usciti ed abbiamo goduto ancora un po’ delle bellezze della città di Treviso facendo una bella passeggiata che ci ha riportati alla stazione ferroviaria.

Bye bye Treviso … alla prossima!

testi: Anna, Lucia e Valentina 
foto: Francesco B

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